
Stultus satiram scribente
“Compatibilmente con l’andamento dei dati” è il mantra del leghista “aperturista”, costretto ad ingoiare l’amaro calice di una pandemia che, per ora, non sembra voglia arrestarsi. Ma il problema sono proprio i “dati” che i leghisti vorrebbero “addomesticare”, come in Sicilia… “Se i ristoranti sono pericolosi – osserva il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga – deve essere uno studio a dirlo”. E chi se no? Lapalissiano. Ma, per questo non esiste il CTS? I leghisti si sono fatti un vanto per averlo “dimagrito” rispetto al Conte2. E allora? Ma ancora non va bene. Forse lo si vorrebbe a via Bellerio, presieduto da esperti scelti dalla Lega. Come è avvenuto nella “eccellente” Lombardia…

Ora che Debora Serracchiani è diventata capogruppo PD alla Camera – si chiedono i sostenitori della sconfitta Marianna Madia – sarà politicamente “cresciuta” o sarà ancora la “Donna Letizia” di quando fu eletta alla presidenza del Friuli? Il riferimento a quel periodo non è ballerino perché c’è ancora chi ricorda il suo Vademecum del … buon amministratore con alcuni consigli ai Sindaci e agli amministratori della sua Regione. Un esempio? Il risotto si mangia con la forchetta, mai gli uomini con i calzini corti, moderazione nel profumarsi. E così via… I deputati sono avvertiti!

Mattarella insiste: l’anno prossimo lascio. E sembra che Romano Prodi, da buon passista, sia di nuovo in corsa. Non è un mistero che il Presidente della Repubblica sia contrario ad un bis, sia pure per qualche anno. E tutti sanno che il Professore, da sempre, vede il Colle come il coronamento della sua carriera politica. Non gli è venuta l’ulcera ma sono sei anni che il “tradimento” dei 101 il 19 aprile 2013, al di là delle dichiarazioni di circostanza, non gli è andato giù. È presto ovviamente per fare previsioni ma una cosa è certa: quando sarà, Prodi si guarderà bene dal trovarsi in missione all’estero. Quando fu “segato” era infatti in Mali per conto dell’ONU.

Dal rottamatore al rompighiaccio. Il PD non riesce a liberarsi da espressioni “forti” che rendono l’idea ma, come si è visto con Renzi, non ottengono risultati e non sono benauguranti. Entrato per rottamare, il “Bomba” toscano si è trovato al timone di una scialuppa del 2 per cento. Ora ci prova Enrico Letta alla guida di un PD “incrostato di maschilismo” ed esordisce benedicendo due parlamentari del gentil sesso ai vertici dei Gruppi di Camera e Senato. Se l’operazione è riuscita lo dirà il tempo. Per ora c’è solo da registrare l’ennesima vittoria di quel correntismo che, appunto, “incrosta” il Nazareno. Infatti, hanno vinto due donne; ma solo perché così hanno stabilito gli accordi dei “maschi”…. Insomma il rompighiaccio, se non pilotato con grande perizia, rischia di … incagliarsi.